La Bencini CMF (Costruzioni Meccaniche Fotografiche) è stata una grande azienda italiana che dall’inizio del secolo scorso fino all’inizio degli anni 80, ha realizzato una serie di modelli molto diffusi nel nostro paese: Relex, Rolet, Koroll, Comet. La macchina che testo qui è una Comet II. Con questo nome in realtà esistono diverse varianti, e questa dovrebbe essere una delle ultime, a giudicare dalla presenza della staffa per il flash.





Caratteristiche
Il modello che ho trovato, è completo anche di custodia in plastica in ottime condizioni, anche se con il passare degli anni si è indurita in maniera assurda.

La macchina da subito una sensazione di estrema solidità grazie al metallo pressofuso di cui è composta.

L’obiettivo dovrebbe essere un 55mm con apertura fissa f11. Per poter scattare le foto è necessario tirare in fuori l’obiettivo, e girarlo leggermente in senso orario.

Gli unici comandi a disposizione sono la ghiera della messa a fuoco da 1 metro all’infinito……

….e il selettore della posa Bulb, che si deve legermente sollevare. Lo scatto normale è di un cinquantesimo di secondo.


Il formato della pellicola è il 127. Tali pellicole non si trovano facilmente in commercio, tranne qualche sito online specializzato, ma in generale i prezzi sono abbastanza alti. Su un rullo 127 si possono impressionare 16 pose in formato 3×4. Per aprire la macchina è necessario spingere verso il basso la parte metallica di sinistra.


Sul retro potete notare le due finestrelle rotonde rosse accanto al nome Bencini. Nella finestrella di sinistra deve essere visibile il numero della posa che state scattando.




I rullini 127 (come i 120) hanno una carta protettiva sul retro della pellicola dove sono scritti tali numeri, ma dato che ho usato una normale pellicola 35mm, ho dovuto coprire le finestrelle con del nastro isolante nero. In realtà avrei dovuto mettere almeno un paio di strati di nastro, come vedrete nelle foto.


Test e samples
Per poter testare seriamente la macchina si dovrebbe usare un rullo 127, ma dato che non mi andava di spendere per il rullino una cifra superiore a quella pagata per la fotocamera, ho preferito usare un normale rullino 35mm Kodak Gold da 100 iso. Per la procedura rimando a un altro post.
La lente, malgrado sia abbastanza sporca, è risultata in alcuni casi sorprendentemente nitida.

I cerchi rossi che si vedono in alcune scansioni, sono dovuti alla luce che ha attraversato il nastro isolante che copriva le finestrelle rosse.

Conclusioni

Le foto ottenute non sono niente di particolare e quindi questa macchina credo resterà nella mia collezione solo per il valore storico senza essere utilizzata molto. Paradossalmente, le vecchie fotocamere più interessanti, sono quelle con le lenti peggiori!

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